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Cosa NON è la Kinesiologia

Poco fa ho letto un articolo che mi ha fatto rizzare i capelli. Se volete sapere cosa NON è la Kinesiologia leggetelo. http://www.albanesi.it/Medalt/kinesiologia.htm
Si tratta in pratica di un articolo che vuole screditare la kinesiologia ma basandosi su presupposti che con la kinesiologia non hanno niente a che fare, come il fatto che si usi il test muscolare che verifica la quantità di forza presente in un muscolo (ma scherziamo?!?!)
Ma d'altronde come biasimarli, se ci si basa su definizioni di kinesiologia trovate a casaccio qua e la su internet, il rischio di fare confusione è alto.
Allora cosa NON è di certo la Kinesiologia?
  • Non è la chinesiologia che inizia per "c", che è tutt'altra disciplina!
  • Non è una metodica basata sulla rilevazione della forza bensì sulla STABILITA' muscolare, infatti NON usa il test muscolare bensì il test kinesiologico che si differenzia appunto perchè esercita una pressione minima. La risposta muscolare da far corrispondere al "si" piuttosto che al "no" (o "positivo" o "negativo"...etc.) è relativa al singolo soggetto: se un cliente in generale ha una risposta poco stabile (in quanto magari anziano o non in buona salute) non significa che per la kinesiologia sarà per forza in squilibrio per qualisasi aspetto considerato, significa solo che in caso di squilibrio la sua specifica risposta muscolare sarà ancora più instabile del solito.
  • Così come per buona parte delle discipline bio-naturali, non ne è scientificamente dimostrata la validità, ma nemmeno (checchè ne dicano alcuni) la non validità. Del resto sarà improbabile che vengano condotti studi seri fin quando chi li eseguirà agirà per partito preso.
  • Non essendo scientificamente comprovata, non rientra tra le arti sanitarie bensì tra le discipline bio-naturali. Di per se non fa uso di massaggi ne di medicinali, nemmeno omeopatici, quindi non vi sono attualmente normative che stabiliscano che sia praticabile solo da medici o fisioterapisti (benchè ve ne siano diversi, caraterizzati da una concezione olistica della medicina, che ne fanno uso integrandola nel loro lavoro). 
  • Poichè improntata sulla visione olistica, non assume che qualsiasi disagio abbia causa esclusivamente psicologica o esclusivamente alimentare...etc, ne si prefigge di poter curare qualsiasi malattia, anche visto che non essendo, in Italia (in altri stati le cose cambiano) un arte sanitaria, il termine "cura" è proprio vietato, pena accusa di abuso di professione, quindi semmai si può dire che la kinesiologia si prefigge di incentivare il benessere dell'individuo. 
  • Non è una "medicina alternativa" (come molti definiscono le metodiche bio-naturali) bensì una disciplina complementare, in quanto non si contrappone alla medicina ufficiale come alternativa bensì si propone come scelta per il proprio benessere, da poter attuare anche contemporaneamente a cure mediche, in cui però la kinesiologia non entra in merito.

Aura e Scienza ufficiale

Cos'è di fatto l'Aura? Nulla di paranormale!

Tuttora il termine "aura" o "prana" viene associato a "paranormale" e "non scientifico". Se però per parlare della stessa cosa usiamo il termine "campo elettromagnetico" è possibile riscontrare che non si tratta di un concetto di pura fantasia: la scienza infatti ha dimostrato che il corpo emana un campo elettromagnetico. Pensiamo ad esempio a cosa misurano l'elettroencefalogramma(1) e l'elettrocardiogramma: il campo magnetico prodotto rispettivamente dal cervello e dal cuore.

Quindi l'esistenza dell'encefalogramma sta a significare che frasi come "il pensiero è energia" non sono poi così assurde.

Sappiamo per certo che oltre alle bande elettromagnetiche cerebrali esistono le bande elettromiografiche e

elettrocardiografiche. Esistono anche altri studi oltre a quelli condotti dalla medicina ufficiale, tra cui particolarmente interessanti quelli della Prof.ssa Valerie Hunt(2), ricercatrice in neurofisiologia presso l’UCLA (l’Univ. of California, Los Angeles). Lo studio dalla Prof.ssa Valerie Hunt ha domostrato che le frequenze esaminate variano a seconda dello stato d'animo della persona e risultano essere emanate da zone del corpo aventi una corrispondenza stupefacente con la

localizzazione che le metodologie olistiche danno per i cosiddetti "centri energetici" (chakra).

E' interessante anche la dimostrazione dell'ingegnere russo Semen Kirlian che già nel 1939 utilizzando una tecnica fotografica innovativa, ottenne l'immagine della propria mano contornata da un alone. Tuttora viene considerata da molti la prima fotografia dell' aura (o "campo magnetico", che dir si voglia).

 ll concetto di "energia" usato dalle metodiche bio-naturali non è quindi pura fantasia come sostiene l'opinione comune e buona parte dei medici: esiste realmente un campo energetico che ammanta il corpo degli esseri viventi, e la scienza, come appena detto, lo ha dimostrato.

Luc Montagner (Premio Nobel 2008 per la Medicina) ha dichiarato:
"La Biologia va riscritta, abbandonando credenze errate che erano diventate dogmi. Questo processo avverrà seguendo i principi della fisica quantistica, in cui tutto è energia in movimento sotto forma di onde; e le frequenze della creazione della vita su questo pianeta sono tra i 5Hz ed i 7Hz"
Noi siamo, infatti, un insieme di quanti di energia. Siamo l'espressione macroscopica di "fantastiliardi" di particelle subatomiche, fotoni ed elettroni che formano tutti gli atomi del nostro corpo.
La scienza ha evinto che gli atomi e le molecole che compongono una cellula hanno un campo elettromagnetico comune, nato dalla  fusione dei campi dei singoli atomi.
 L'insieme di tutti i campi elettromagnetici creano un vero e proprio "corpo elettromagnetico", o... aura appunto.

L'aura dunque non è nulla di soprannaturale: è una componente di tutti gli esseri viventi e la sua spiegazione non ha nulla di dogmatico o di fantasioso.

L'aura cambia "colore" a seconda degli stati d'animo e del benessere del soggetto

Come tale concetto può trovare riscontro nella scienza?
Cambiare colore significa cambiare frequenza. I colori infatti sono forme d'onda.
L'encefalogramma costituisce uno strumento diagnostico grazie al fatto che, quelle prodotte dal cervello, non sono onde elettromagnetiche dalle frequenza casuali,  al contrario variano a seconda del tipo di attività svolta:
ad esempio durante il sonno hanno una frequenza diversa da quando si è in una situazione di benessere e un'altra ancora per quando si ragiona (onde Delta, Theta, Alfa e Beta).

La variabilità delle frequenze del campo magnetico è inoltre dovuta all’attività del sistema nervoso (sappiamo che ogni informazione che corre lungo i nervi, e un impulso elettrico e pertanto ovviamente produce alterazioni nel campo elettromagnetico globale). Il funzionamento del sistema nervoso in base agli stati d'animo e alle situazioni, quindi perchè non dovrebbe cambiare il campo magnetico risultante?

Ci possono essere anche fattori metabolici ad influire sul campo elettromagnetico, e chissà cosìaltro di non ancora individuato scientificamente.


Energia e materia si influenzano vicendevolmente

Secondo la concezione olistica che sta alla base di tutte le metodologie bio-naturali, energia e materia si influenzano vicendevolmente (quindi non solo il campo elettromagnetico dell'individuo varia a seconda del suo stato fisico ed emotivo, cosa che come suddetto la scienza ha dimostrato), ma anche viceversa il suo stato fisico ed emotivo vengono influenzati dai campi elettromagnetici con cui viene a contatto, ivi compresi i campi elettromagnetici prodotti dal pensiero (onde cerebrali) e quelli prodotti dalle emozioni (campi riscontrati nello studio dalla Prof.ssa Valerie Hunt della UCLA).

Gli studi del 1994 del fisico russo Zhadin hanno evidenziato un fenomeno, recentemente interpretato nell’ambito dell’elettrodinamica quantistica (Prof. E. Del Giudice, Prof. G. Preparata, e coll.), che sembra costituire proprio il meccanismo mediante cui deboli campi magnetici (compresi entro i 100 Hz come lo sono i campi magnetici prodotti dagli organismi viventi) risultano avere un effetto sul piano biologico(2). Ecco quindi che anche la scienza riscontra la posizione della delle discipline bio-naturali per la quale l'aspetto energetico influenza l'aspetto biochimico.

Su questo punto vi sono anche altri interessanti studi: ad esempio quelli di Masaru Emoto sull'effetto che stimoli esterni quali musica, stati d’animo e pensieri avrebbero sulla struttura delle formazioni cristalline del ghiaccio(3) fenomeno che sarebbe assai significativo se pensiamo che il nostro corpo è fatto in maggior parte da acqua. Gli studi di Emoto non sono ad oggi stati riprodotti con un rigore scientifico tale da poterne comprovare l’attendibilità, tuttavia pare sia scientificamente dimostrato che l'acqua è sensibile alle cosiddette oscillazioni coerenti di lunga durata(4), (dette anche phase-locked, sono un fattore presente nelle frequenze neurologiche misurate con l'elettroencefalogramma), pertanto il concetto di "acqua (e quindi nostro corpo ,che in notevole misura è costituito da acqua) influenzato dal pensiero e dalle emozioni" non è poi così infondato dal punto di vista scientifico, basta volerlo ammettere.


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Riferimenti

(1) I primi studi relativi all’attività elettromagnetica del cervello risalgono a Richard Caton (1875) e al russo Danilewsky (1876), ma solo nel 1925 Hans Berger registrò il primo tracciato elettroencefalografico o elettroencefalogramma (EEG), captando e amplificando i segnali elettrici da differenti punti dalla cute cranica. Nel 1929 apparve il suo primo lavoro di elettroencefalografia clinica, che contribuì grandemente alla diagnosi dell’epilessia e delle lesioni cerebrali.

(2) Progetto Rolf - Studio elettronico dell'aura

(3) Gli studi condotti hanno evidenziato come per effetto di un processo di modulazione, il livello di polarizzazione magnetica delle membrane cellulari cambia in sincronia con il campo magnetico variabile che l'organismo produce: quando si genera un campo magnetico corrispondente alla frequenza di ciclotrone di un determinato ione, si apre nella membrana una finestra che consente il passaggio di quello ione.
Tale meccanismo è estremamente selettivo ed in grado di modificare in un organismo l’equilibrio ionico tra l’esterno e l’interno. Tale modificazione della polarizzazione cellulare perciò si accompagna ad una variazione dell’attività funzionale dell’organismo, dell’insieme delle varie reazioni biochimiche.

(4) vedasi i fisici quantistici Del Giudice e Preparata, per i quali gli studi di Emoto meriterebbero approfondimenti

Come scegliere il corso da frequentare


L'importanza della quantità di pratica svolta in classe
"Tra il dire e il fare c'è di mezzo il mare"
Sono fermamente convinta che un corso ove si fa poca pratica e tanta teoria non sia un corso valido. Non basta fare pratica "da soli": è indispensabile una figura che si accerti che il passaggio tra nozione acquisita e effettiva competenza avvenga.

L'importanza dell'attestato di fine corso
E' bene tenere a mente il fattore dell'attuale vuoto normativo in quanto si potrebbe incappare in scuole che promettano fantomatici diplomi di abilitazione o al contrario che usino questa motivazione per sostenere che un attestato di fine corso valga l'altro. In realtà nella mia esperienza, e su suggerimento delle associazioni di categoria che stanno attente a monitorare i progressi in fatto di normative, ho compreso che nonostante la situazione attuale, è comunque importante tenere in considerazione che genere di attestato viene rilasciato a fine corso, poichè un attestato che :
  • abbia la dicitura "Attestato di Competenza" (perchè scuola autorizzata da determinati enti a rilasciare attestati di tale tipo)
  • certifichi l'aderenza ad un programma formativo grossomodo standardizzato a quello che è indicato nella proposta di legge per il riconoscimento della figura di kinesiologo (determinato monte ore di cui tot di pratica e di tirocinio, determinati contenuti...)
  • magari che rispecchi a grandi linee quello adottato nei paesi in cui la Kinesiologia è già normata
  • che dimostri il fatto che il partecipante ha sostenuto un esame finale con tanto di votazione 
fornisce
  • maggiore probabilità che quando un domani la Kinesiologia verrà normata anche in Italia non ci sia da compiere chissà quali adeguamenti di competenze (e forse non siamo così lontani come si crede, vedasi qui le novità). E' vero che potrebbe verificarsi una sanatoria che salva tutti quelli che hanno già effettuato un percorso di studi e già lavorano, ma a quel punto, tolta la nebbia dell'attuale confusione, i clienti potrebbero cominciare ad orientarsi verso professionisti con formazione aderente alle norme attuali e non a quelli passati per il "rotto della cuffia".
  • la casistica dei processi legati ad accuse di abuso di professione medica (cosa che è possibile succeda proprio a causa della gran confusione che genera l'attuale vuoto normativo) insegna che già fin d'ora un certo tipo di attestato con le caratteristiche suddette tutela un pochino di più, perchè comprova che una determinata e quantificabile competenza, per fare quello che si fa, c'è! Esempio: un caso di confusione che genera guai agli operatori nelle discipline bio-naturali, quali la kinesiologia ed il craniosacrale, è il fatto di essere scambiati per massaggiatori (anche se non lo si è!) e in Italia bisogna disporre di un determinato attestato per poter massaggiare. Aver frequentato un corso che rilasci unitamente anche questa abilitazione, quantomeno regionale, costituisce una tutela non indifferente. Ma questo è solo un'esempio.
Il mio consiglio dunque, quando si intende intraprendere un percorso di studi nelle discipline bio-naturali, ivi compresa la kinesiologia, è quello di informarsi bene sui contenuti dei corsi e l'attestato finale, non fidandosi solo delle rassicurazioni verbali delle scuole bensì indagando anche tramite associazioni di categoria super partes e/o un commercialista competente (e ripeto competente).

La terminologia consentita agli operatori


Su questo blog si è tentato a più riprese di definire qual'è il confine tra professione medica e metodologia bio-naturale. Abbiamo visto che attualmente in Italia vi è un vuoto normativo che genera grande confusione. Un modo che un operatore olistico deve seguire per tutelarsi (e a cui un cliente deve far caso nella scelta di un professionista serio) è la terminologia da usare:

Cosa NON può fare l'operatore in metodologie bio-naturali
(perchè appannaggio esclusivo della professione medica)
Cosa fa l'operatore in metodologie bio-naturali
Cura, guarisceRisolve, riequilibra
Segue pazientiSegue clienti
DiagnosticaRiscontra, determina, osserva
Visiona cartelle cliniche ed esiti esami mediciSi fa raccontare dal cliente come si sente (non per determinrne lo stato di salute ma solo il livello di benessere)
PrescriveConsiglia, effettua consulenza (mai in contrasto con le disposizioni del medico e comunque non consiglia mai farmaci ne diete alimentari)
Effettua massaggi e manipolazioni fisiche a scopo terapeuticoSolo se fisioterapista o altro titolo di studio specificamente abilitato dall'ASL

Quindi agli operatori olistici è vietato definirsi "terapeuti" (nonostante sia molto diffuso il termine "terapeuta olistico") e tantomeno è consigliabile dichiarare di svolgere "terapia alternativa", ma semmai "tecniche complementari". Per meglio tutelarsi sarebbe opportuno addirittura definire le metodologie specifiche evitando che contengano la parola "terapia" (ad esempio invece che definirsi "floriterapeuti" meglio "consulente in fiori di Bach".
Può sembrare paranoia, ma avete letto la sentenza della Corte di Cassazione di marzo 2012? Quando non c'è chiarezza sui confini tra cosa è appannaggio della classe medica e cosa no, meglio seguire la strada del rigore (oppure emigrare in stati più evoluti in tali settori).

ARTICOLI CORRELATI:
I termini che gli operatori del settore olistico non dovrebbero utilizzare (shenplanet.net)

CHI può fare COSA?


Ecco cosa ha sentenziato la Corte di Cassazione qualche giorno fa (23 marzo 2012):

Commette il reato di esercizio abusivo della professione il soggetto che svolge attività tipica e di competenza specifica” della professione regolamentata senza però essere iscritto all'Albo professionale.
(Corte di Cassazione, Sezioni unite penali, con la sentenza n. 11545 del 23 marzo 2012).


Le attività tipiche sono riservate solo agli iscritti all'Albo.

La sentenza, fornendo un'interpretazione estensiva dell'articolo 348 del Codice penale, stabilisce che:
 “concreta esercizio abusivo di una professione, punibile a norma dell'art. 348 cod. pen., non solo il compimento senza titolo, anche se posto in essere occasionalmente e gratuitamente, di:
  • atti da ritenere attribuiti in via esclusiva a una determinata professione
ma anche:
  • atti che, pur non attribuiti singolarmente in via esclusiva, siano univocamente individuati come di competenza specifica di una data professione, qualora  compiuti con modalità tali (per continuatività, onerosità e, almeno minimale, organizzazione), da creare, in assenza di chiare indicazioni diverse, le oggettive apparenze di un'attività professionale svolta da soggetto regolarmente abilitato”. 
 Bene, però quali, esattamente, sarebbero queste "attività tipiche di esclusivo appannaggio della professione medica"? Ad oggi non sta scritto da nessuna parte. E torniamo al solito problema del vuoto normativo che ammorba il mondo delle discipline bio-naturali, non stabilendo qual'è il confine tra esse e la professione medica. E lo dice la stessa sentenza con la frase "in assenza di chiare indicazioni diverse". Come si deve dunque tutelare un operatore in discipline bio-naturali che non sia anche medico?